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Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che grazie al donatore di ieri Gian Marco P. che ha donato 25 euro con la sua carta di credito permettendo al totalone di scollinare quota 4000! Che ieri nel sito ufficiale e' uscita una news relativa alle restrizioni per Brescia Genoa, una sfilza tragicomica al limite della decenza: devi essere residente in quella regione, devi comprare il biglietto entro quell'ora e giorno, puoi andare solo in quel settore, e naturalmente il tutto solo se in possesso di z e y card, per un'amichevole estiva, ahahaha che ridere, nell'impossibilità di arginare la delinquenza, gente che va allo stadio armata di coltelli e che spara anche, tu erutti divieti ad minchiam che polverizzano il football e la sua passione... la distanza da questo calcio e' cementificata, granitica e cristallizzata lassù in cima alla montagna più alta, come una delle poche certezze ormai rimaste. E forza Genoa!
Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che grazie ai donatori di ieri: Massimo M. (25), Francesco C. e Marina M. (50), Alessio R. (50, seconda donazione in una settimana!) sul cc bancario, Giorgio M. (10) con carta di credito, ora il totalone e' salito fino a 3977 euro, a un passo dai 4000! Le due voci continuano a procedere incredibilmente vicine, 1925 il cc e 2052 la carta di credito. Ieri sera alle ore 20 si è conclusa la blitz-asta di Simone Braglia, alla fine l'offerta vincente e' arriva proprio da Como, ben 200 euro, cogliendo in contropiede anche lo stesso Simone, che vive da quelle parti: grazie a tutti i partecipanti, avete vinto tutti! Simone ci ha poi telefonato alle 21.30 per chiedere se la consegna potesse essere fatta comunque a Genova... Ma certo Simone, organizzeremo nei dettagli e nelle prossime settimane faremo lo scambio. Se qualcuno vuole mettere all'asta dei propri cimeli, basta che ce li mandi tramite mail o il posti sul gruppo Facebook... la casacca vinta ieri all'asta con 200 euro vale per noi 2 abbonamenti, cioè due nostri utenti andranno allo stadio tutto l'anno: PENSIAMOCI! E forza Genoa!
Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che grazie alla donatrice di ieri LUCIA C. che ha donato 10 euro con la sua carta di credito, portando il totalone a quota 3842. Che ieri l'amico Simone BRAGLIA ha creato un'asta volante che finirà oggi alle ore 20, in palio la sua casacca indossata l'anno scorso al "Pioners Cup" inglese: dopo aver scattato e postato una sua foto con la maglietta, pronti via e in poche ore si è passati dalla prima offerta di 40 all'ultima di 150 euro del nostro affezionato Davide Locatelli, vedremo fin dove si arriverà... quest'idea delle aste volanti non è male, il metodo più veloce è quello del gruppo facebook, stiamo pensando di organizzarne diverse, avete qualche interessante cimelio da mettere a disposizione? postatelo sul gruppo, e poi daremo vita velocemente a un'asta di 2 giorni, la nostra Rituzza si occuperà dell'organizzazione degli scambi tra vincitore e donatore, dai ragazzi! E forza Genoa!
Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che grazie ai donatori di ieri, entrambi con carta di credito: GAIA M. con 15 euro e MAURIZIO P. con 50, grazie a voi il totalone sale a quota 3832 (38 abbonamenti)! Che dopo quasi un mese di raccolta, ci piace ricordare i donatori che finora hanno partecipato a UCGC 2014, ecco la lista, un grazie a chi ha donato e un forza a chi vuole ancora farlo: Raccolta da Carta di Credito: 25.06 Nicola G. 20,00 25.06 Felice F. (da Napoli) 30,00 25.06 Gabriele G. 15,00 25.06 Paolo L. 20,00 26.06 Davide G. 30,00 26.06 Gianluca C. 10,00 27.06 Andrea V. 10,00 27.06 Laura D. 50,00 27.06 Paolo P. 20,00 27.06 Walter F. (dalle Cayman Islands) 100,00 28.06 Ylenia N. 30,00 28.06 Federico P. (da Roma) 20,00 28.06 Giuseppe S. 20,00 30.06 Franco L. 30,00 01.07 Daniel R. 50,00 02.07 Simone M. 50,00 02.07 Giuseppe Z. (da Milano) 15,00 02.07 Michele A. (da Sanremo - IM) 100,00 02.07 Vittorio B. 12,00 02.07 Michele B. 100,00 03.07 Paolo R. 10,00 03.07 Edoardo C. 50,00 04.07 Rita M. 20,00 05.07 Roberto M. 20,00 07.07 Mirco B. 25,00 08.07 Giovanni R. 40,00 08.07 Simona F. 30,00 08.07 Laura L. 30,00 08.07 Giovanni M. 50,00 09.07 Salvatore S. (da Savona) 50,00 09.07 Christian D. O. 20,00 09.07 Nicola M. 50,00 09.07 Simone C. 25,00 10.07 Massimo G. 35,00 10.07 Antonio S. 25,00 11.07 Gianluca M. 30,00 12.07 Piercarlo O. 50,00 12.07 Francesco C. 100,00 12.07 Serena R. 25,00 12.07 Umberto S. (da Pietra Ligure - SV) 30,00 13.07 Arcangela C. 20,00 15.07 Francesco R. 25,00 15.07 Mauro C. 50,00 15.07 Armando C. 50,00 16.07 Alessandro M. 80,00 16.07 Riccardo V. 50,00 16.07 Alessandro M. 40,00 18.07 Matteo P. 30,00 19.07 Leonardo B. (da Arcola - SP) 25,00 20.07 Carlo D. 50,00 20.07 Renzo P. 50,00 20.07 Mirko R. 50,00 21.07 Gaia M. 15,00 21.07 Maurizio P. (da Riccione - RN) 50,00 Totale relativo: 2.032,00 Raccolta da CC Bancario: 26.06 Simonetta R. 10,00 30.06 Nicolina C. 500,00 01.07 Milena B. 50,00 01.07 Associazione Grifoni in Rete 250,00 01.07 Luca e Roberto R. 20,00 01.07 Silvia Francesca B. 50,00 04.07 Paolo M. 100,00 08.07 Ruggero A. 30,00 08.07 Maurizio R. 30,00 09.07 Francesco C. 30,00 10.07 Andrea D. M. 100,00 10.07 Roberta T. - Paolo M. 15,00 14.07 Tiziana G. 30,00 14.07 Luigi C. 50,00 14.07 Umberto S. 100,00 15.07 Marco G. 150,00 15.07 Gian Andrea M. 20,00 15.07 Edoardo D. I. 15,00 16.07 Alessio R. 50,00 16.07 Renato U. 200,00 Totale relativo: 1.800,00. E forza Genoa!
Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che grazie ai tre donatori di ieri: Carlo D., Renzo P. e Mirko R. che donano tutti e tre con la carta di credito 50 euro, portando il totalone a quota 3767! Che ieri abbiamo ricevuto una importante mail dagli amici del DON ORIONE, con alcune importanti novità: "ARIECCOCI. Già, ancora NOI ! Anzi, di più. E' un noi allargato. La famiglia è cresciuta. Sono giunti fino a noi... (dopo viaggi lunghissimi, attraversando stati deserti e mari.Costretti a fuggire dai loro paesi a causa delle guerre, delle violazioni dei diritti umani, dalle torture e dalle violenze. Hanno perso tutto rischiando la vita attraversando il deserto e il naufragio nella traversata a mare. Molti non sono mai arrivati. Tanti non potranno più ritornare, perdendo per sempre il contatto fisico con i loro cari e la loro terra)... sei persone, RIFUGIATI (richiedenti protezione internazionale), provenienti da Ghana e Nigeria. Sono entrati in un progetto di inserimento sociale e con noi, nel laboratorio agricolo, hanno svolto tre stage di formazione. Al termine di quest'ultimo che ha come obiettivo la preparazione dei terreni, fra pochi mesi, sarà costituita insieme a loro una cooperativa agricola-sociale per coltivazioni naturali. Che dire, se non fosse per la disperazione e la sofferenza di cui queste storie personali sono intrise si potrebbe parlare di una favola con un lieto fine. Forse meglio pensare che la vita ti sta ritornando una piccolissima parte di quello che ti ha tolto. Vi aggiorneremo sugli sviluppi. A tutti voi di UCGC chiediamo di aiutarci affinchè il gruppo, ora allargato, possa continuare, grazie a tutti gli amici, a seguire le maglie dai due colori più belli al mondo e di far sentire questi nostri nuovi amici parte integrante del grande e generoso popolo rossoblu... per ultimo vi scrivo quanto detto, alcuni mesi fa da uno di questi ragazzi. << Certo che voi occidentali siete proprio strani. tanti anni fa venivate a rapirci nelle nostre case e ci mettevate in catene per non farci scappare. Oggi che veniamo noi da voi, ci rispedite indietro>>... alcune foto e un saluto da Claudio, Marco, Enrico, Alessandro, Alessio,Giovanni, Austin, Josè, Stephen, Mike, Adam, Elvis. Buone vacanze". E forza Genoa!
Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che grazie al donatore di ieri: Leonardo B. (da Arcola - La Spezia) che con la sua carta di credito ha donato 25 euro portando il totalone a quota 3617 euro... invitiamo tutti i nostri lettori a partecipare alla raccolta, forza ragazzi! Che Frank Lions ce l'ha fatta! il nostro inviato di guerra, dopo una giornata di dure ricerche, è riuscito a vedere il Possa solo in tarda serata, naturalmente presso il Dorfpub, tra una birra e l'altra: la foto sotto cristallizza l'incontro e certifica il malessere psichiatrico che serpeggia oltreconfine, altroché bel clima e ambiente positivo come dice Gasperini! Che ieri nella vittoria per 8-0 ha segnato il nostro giovane attaccante PANICO, grandissimo nome, il nostro idolo. Che Allegri è passato dal Milan alla Juve, da notare che il suo agente si chiama Alessandro Moggi. E forza Genoa!
Come dice Vincenzo Torrente: "Il Genoa è molto più di una semplice squadra e la sua Tifoseria è molto di più di una semplice Tifoseria". E' proprio in questo contesto particolare di Genoanità che nuovamente la fantasia e l'estro dei Sunset Boys hanno dato alla luce un godibile pezzo dedicato al nostro amato Grifone e che rappresenta anche un omaggio a questo che è l'anno del suo glorioso 120° compleanno. Di seguito tutte le info riguardanti la nuova canzone che potete trovare e ascoltare qui nel nostro spazio canoro a sinistra sopra la "Rassegna stampa della Fondazione Genoa 1893". Ancora grazie Sunset Boys!!! Titolo: "120 UN CUORE GRANDE COSI' ALE' GENOA"Ideata e realizzata dai Sunset Boys (Genova): Alex Cavalieri (dj-producer)/Louis Lunari (vox guitar)/Massy "Mad Max" Murialdo (bass). Registrata col sound and music engineer Paolo Valenti negli studi di Riserva Sonora Testo:
ALÉ GENOA EH EH ALÉ GENOA OH OH !!!!!
SONO 120 E LA STORIA LA FAI TE TU CHE HAI VISTO SPENSLEY E GARBUTT IL MISTER IL FIGLIO DI DIO È STATO UNO DI NOI PER GIGI MERONI PIANGON SEMPRE GLI OCCHI TUOI
ALÉ GENOA EH EH! ALÉ GENOA OH OH !!!!!
FIN DAL PRIMO GIORNO LA NORD È QUI CON TE IL TIFO DEL GENOA È IL PIÙ MAGICO CHE C’È FIERI IN GRADINATA "U GRIFUN L'È SEMPRE CHI" FIERI IN MEZZO AL CAMPO "DAGGHE" PICCHIA GORIN
ALÉ GENOA EH EH ALÉ GENOA OH OH !!!!!
(BRIDGE INSTRUMENTAL) ..GENOVA SIAMO NOI GENOVA SIAMO NOI..
QUANDO VOLI ALTO PORTA UN SALUTO AL PROF... UÉ! UÉ! LA STELLA È IL NOSTRO SOGNO FRANCO SCOGLIO OLÉ! OLÉ! E ANCHE OGGI VIVIANI CE LO CHIEDE DA LASSÙ DI CHE COLORE È IL CIELO, IL CIELO È ROSSOBLÙ !!!!!!!
ALÉ GENOA EH EH ALÉ GENOA OH OH !!!!!
GENOVA SIAMO NOI !!!! Ma qual è la storia dei Sunset Boys disco-band all'italiana? I Sunset Boys (Genova), sono fra le band dal vivo e i team di produzione liguri a uscire a livello nazionale, e sono considerati, pure da MTV.it, fra i primi in Italia a credere nella nuova frontiera musicale: l’unione, sia in studio che sul palco, fra musicisti e dj, fra la dimensione live e la consolle. Autori anche di remake per Il Genio, e i loro “amici e concittadini” Meganoidi, Ex-Otago, Bobby Soul, Tarick1 e Magellano (il nuovo progetto di Pernazza, ex membro Ex-Otago che è stato rapper del Chiambretti Night e dello scorso summer-tour di Jovanotti), i Sunset Boys suonano sia nel circuito live (fra i festival all’attivo Festintenda, Roma Live (Foro Italico), Festa D’Estate, Break Out!, Festa Di Radio Onda D’Urto), che in quello clubbin’, in eventi come l’Italian Famous Dj’s Festival e lo Smash Jam, e in dancefloor-simbolo come il Brancaleone e il Prince. Fra i loro “estimatori” hanno Coccoluto, Alex Neri e gli stessi Planet Funk, e hanno diviso il palco, fra gli altri, con Motel Connection, dj Darren Prize degli Underworld, Feel Good Productions, Italo Boyz, Editors. Il loro electro-clubbin’ live-act (nell’inedita formazione in power-duo, vox-guitar e dj-set), “unico nel suo genere”, tanto innovativo quanto coinvolgente, rivisita con i suoni e i ritmi della club-culture, ovvero la dance moderna, il patrimonio rock, da “Empty spaces” dei Pink Floyd a “The end” dei Doors. A Genova, hanno all’attivo sia eventi “in piazza”, come “Capodanni e Feste Bianche”, che discoteche (Mako, Jasmine), e locali live (Bonfim, Banano Tsunami). I Sunset Boys sono stati pure i remixer ufficiali del singolo “Sole tu sei” dei Blastema, la band prodotta da Dori Ghezzi che ha partecipato al Festival di Sanremo 2013 fra le Nuove Proposte. Come on and Dance!
El título de las siete y media de la mañana (da: farodevigo.es) Italia vivió uno de sus primeros episodios negros en la Liga robada en 1925 al Genoa tras jugar tres desempates con el Bologna. La historia del fútbol italiano está llena de grandes escándalos, amaños, campeonatos robados, polémicas, títulos resueltos en despachos...Cada afición tiene un catálogo de agravios que les sirve para presentarse como víctimas de un sistema viciado. Si le tocase hablar a los aficionados del Genoa, estos no tendrían ninguna duda en señalar que la mayor tropelía que se ha vivido en Italia tuvo lugar en la temporada 1924-25 y les impidió conseguir el que sería el décimo título de su historia y poder bordar en el pecho la estrella dorada de la que presumen las grandes escuadras italianas. Esta historia tiene una victima, el Genoa, y un malo oficial, Leandro Arpinati, boloñés, hombre fuerte de Mussolini y apasionado aficionado al fútbol que llegó a presidir la Federación Italiana y ser responsable de algunos cambios importantes en el calcio. El Genoa podía decirse que era el equipo hegemónico de aquel tiempo. Venía de ganar los dos títulos anteriores para sumar nueve ligas en su corta historia. En aquel tiempo Italia estaba dividida en dos torneos: la Liga Nord y la Centre-Sud. Los dos campeones se veían luego en la final que decidía el campeón italiano. Tradicionalmente, los representantes del norte no solían fallar porque la superioridad económica de sus ciudades se solía ver reflejada en el deporte. Aquel año, ante el incremento de número de equipos y del interés de los aficionados, la Federación decidió dividir la Lega Nord en dos grupos que jugarían una final regional. Genoa y Bologna cumplieron y se prepararon para enfrentarse a doble vuelta en una eliminatoria que venía caliente por la polémica generada en sus últimos duelos. Sin embargo, el Genoa no parecía dispuesto a dar muchas concesiones a su rival. En la ida, jugada en el Sterlino de Bologna, se impusieron por 1-2 lo que suponía un mazazo gigantesco para las aspiraciones de los "rosoblu". Pero los genoveses se relajaron más de lo recomendable en el encuentro de vuelta jugado en el viejo Marassi. Con 1-1 en el marcador, a falta de cinco minutos el Bologna consiguió el gol que condenaba a ambos equipos a un desempate que se jugaría en Milán. Es aquí cuando nace el escándalo que aún ahora lamentan los aficionados del Genoa y que les impidió conseguir el décimo scudetto de su historia, un título simbólico y de enorme importancia en Italia porque permite bordar en la camiseta la estrella dorada que equivale a diez campeonatos y que solo llevan Juventus, Milan e Inter. El partido en cuestión, que se anunciaba como una tremenda batalla, no lo pareció tanto cuando Catto y Alberti -futbolista que había sido descartado por el Bologna tras sufrir una lesión de rodilla- pusieron el 2-0 a favor del Genoa. El ambiente se empezó a alborotar en las gradas después de que en el minuto 15 del segundo tiempo un disparo de Muzzioli fuese desviado a saque de esquina por De Prá. Los hinchas del Bologna, descontrolados, comenzaron a invadir el terreno de juego. Entre ellos, muchos "camisas negras" -el cuerpo paramilitar de la Italia fascista- que reclamaron al árbitro que había sido gol pero que la pelota había salido fuera porque la red estaba agujereada. El colegiado, John Mauro Milanese, se retiró al vestuario a meditar en medio de un lío fenomenal. Su decisión fue la de conceder el tanto, aunque según contó posteriormente el capitán del Genoa el árbitro le dijo que no tenía más remedio que darles el gol para "evitar un baño de sangre" pero que en el informe incluiría un relato exacto de los hechos y la petición de que le diesen el partido por ganado a los genoveses. A falta de siete minutos, con el Genoa en estado de shock, el Bologna logró el empate que condenaba el partido a una prórroga que casi nadie quería jugar por lo crispado del ambiente. Fue entonces cuando el árbitro decretó la suspensión del partido y dejó el asunto en manos de la Federación Italiana de Fútbol (FIGC). Aquí fue cuando entró en acción Leandro Arpinati. El alcalde de Bologna, apasionado seguidor del equipo de su ciudad y uno de los hombres fuertes de Mussolini, evitó que la FIGC diese por ganador al Genoa y convenció a sus dirigentes de que lo más justo era disputar un nuevo encuentro de desempate que tendría por escenario Turín. Ya caía el verano sobre Italia sin saber quién era el campeón de la Liga Nord. Esta vez para evitar incidentes y garantizar la seguridad del árbitro y de los futbolistas el partido se disputó un 7 de julio en medio de un ambiente casi militarizado aunque en aquel tiempo cuesta trabajo resolver si eso constituía una buena noticia. El partido fue muy igualado y finalizó con un nuevo empate, en esta ocasión a un gol. Había pasado mes y medio y la Federación no sabía cómo acabar con aquel culebrón. La solución adoptada fue delirante. Se recomendó a los dos equipos que diesen vacaciones a sus futbolistas y que en septiembre, con menos calor, resolverían el dilema. Llegó entonces la maniobra más maquiavélica de Arpinati. A comienzos del mes de agosto el Genoa recibió la comunicación de que el partido se jugaría el 9 de agosto a las siete y media de la mañana -la versión oficial justificaba la hora para evitar el calor- y a puerta cerrada con el fin de evitar cualquier incidente. El escenario permanecía en secreto y solo se avisaría a los equipos un par de días antes. Todo fue una patraña para beneficiar al Bologna que sabía desde hacía semanas de los planes de Arpinati y llegó a la fecha con un nivel de preparación que no tenían los genoveses. Un pequeño campo en las afueras de Milán, impropio para un partido de esas características, fue el lugar elegido por la Federación para que se decidiese al fin el nombre del campeón de la Lega Nord. No hubo partido. Pese a los intentos del Genoa, cuyos jugadores acusaron estar fuera de punto, se impuso la mayor preparación del Bologna que ganó por 2-0 y enfiló el camino hacia su primer título italiano ya que no tuvo problemas para deshacerse del Lega Roma en el enfrentamiento contra el campeón de la Lega Centro-Sud. Aquel episodio provocó el comienzo del declive del Genoa y la dimisión en pleno de la directiva de la Federación que no pudo soportar la vergüenza de una actuación sonrojante. El fútbol italiano acababa de escribir uno de los episodios negros de su historia. En Marassi los aficionados del "Grifone" aún claman por aquel robo. *** Τέρας από την ελληνική μυθολογία στη φανέλα της Τζένοα (da: newsbeast.gr) Η ιστορία και η εξέλιξη του σήματος της ομάδας. Στις 7 Σεπτεμβρίου 1893 στις αίθουσες του Βρετανικού προξενείου στην via Palestro 10 στο κέντρο της Γένοβας συνεδρίαζε μια μεγάλη ομάδα Βρετανών μεταξύ των οποίων ο Τσαρλς Αλφρεντ Πέιτον, βαρονέτος της Βρετανικής Αυτοκρατορίας και Γενικός πρόξενος στη Γένοβα της Βασίλισσας Βικτορίας του Ηνωμένου βασιλείου Μεγάλης Βρετανίας και Ιρλανδίας. Σκοπός αυτής της συγκέντρωσης ήταν η επισημοποίηση της ίδρυσης του συλλόγου Genoa Cricket and Athletic Club. Επίσημο χρώμα του συλλόγου το λευκό. Στις 2 Ιανουαρίου 1899 ο σύλλογος αλλάζει όνομα σε Genoa Cricket and Football Club και υιοθετούνται ως χρώματα το λευκό και το μπλε. Θα ακολουθήσουν και άλλες μετονομασίες όπως Genova 1893 Circolo del Calcio (1928), Associazione Calcio Genova 1893 (1935) και ο σύλλογος θα επανακτήσει το όνομα Genoa Cricket and Football Club το 1945. Από το 1901, έτος θανάτου της Βασίλισσας Βικτορίας ο σύλλογος υιοθετεί τα χρώματα της σημαίας του Ηνωμένου Βασιλείου (αν και η επίσημη ονομασία ήταν κόκκινο γκρενά και μπλε). Το παγκοσμίως αναγνωρισμένο σύμβολο και επίσημα ενσωματωμένο στο λογότυπο της ομάδας είναι ο γρύπας – ήταν τέρας της Ελληνικής μυθολογίας με σώμα λιονταριού, κεφάλι και φτερά αετού, ενώ σε μερικές αναπαραστάσεις του φαίνεται πως έχει και ουρά φιδιού. Εδώ, στην εραλδική του μορφή, ο γρύπας σχηματίζεται από μια διασταύρωση ανάμεσα σε έναν αετό, ένα λιοντάρι και ένα άλογο και αυτή η συγκεκριμένη εικόνα φέρεται και στο εραλδικό έμβλημα της πόλης της Γένοβας. Για χρόνια η Τζένοα στις φανέλες της δεν είχε κανένα σήμα, ενώ στα επίσημα έγγραφα του συλλόγου χρησιμοποιούνταν ως έμβλημα το επίσημο της πόλης της Γένοβας, αυτό που αποτελείται από δύο Γρύπες δεξιά και αριστερά, οι οποίοι κρατούν την ασπίδα, στο εσωτερικό της οποίας υπάρχει ο κόκκινος σταυρός σε λευκό φόντο του Αγίου Γεωργίου. Στις φανέλες τώρα της Τζένοα το σήμα έχει και άλλες παραλλαγές. Πέρα από εκείνη την περίοδο του φασισμού όπου ο γρύπας κρατούσε τις δέσμες ράβδων (λατινικά: fasces όπλο με δέσμη ξύλινων ράβδων συμπεριλαμβανομένων ενίοτε ένα τσεκούρι με λάμα, σύμβολο που χρησιμοποίησε ο Μουσολίνι για να δώσει ιστορικό υπόβαθρο στην ιδεολογία του, το «φασισμό» και το επέβαλλε υποχρεωτικά) υπάρχει και η άλλη την δεκαετία του ‘80 με το κεφάλι του γρύπα σε μπλε σώμα, μια εικόνα που όπως την χαρακτήρισαν και οι οπαδοί της ομάδας φέρνει περισσότερο σε γαλοπούλα.
25 anni fa la geniale intuizione che ha cambiato il mondo
- da Un Cuore Grande Così
il 12/03/2014 @ 16:26 Il web compie 25 anni: ecco 10 cose che non sapete (da: media.rai.it) Il 12 marzo 1989 Tim Berners-Lee presentava al Cern l’idea che avrebbe rivoluzionato le nostre vite: ovvero il World Wide Web. A Natale dell’anno dopo rese pubblico il codice che ne stava alla base e da allora il suo sviluppo è stato inarrestabile. In 25 anni sono successe e cambiate moltissime cose. Negli anni, il web è diventato parte integrante delle nostre vite, eppure molte delle cose che lo riguardano le ignoriamo. Il Guardian ne ha messe assieme 25, ne abbiamo selezionato 10 che sicuramente non conoscete, e che vale invece la pena. 1) Il web non è Internet Anche se molti ancora confondono le due cose, è bene chiarirlo: il web non è Internet. E’ solo una parte di esso, come lo sono Google o Facebook. Internet è la rete delle reti, collegate tra loro. Il World Wide Web è, come dice Wikipedia, “un servizio di Internet che permette di navigare ed usufruire di un insieme vastissimo di contenuti (multimediali e non) collegati tra loro attraverso legami (link), e di ulteriori servizi accessibili a tutti o ad una parte selezionata degli utenti di Internet”. 2) Berners-Lee non ha guadagnato un centesimo Nonostante avesse potuto commercializzarla, e convincere il Cern a farlo, Berners-Lee ha preferito che il web fosse una risorsa libera e totalmente gratuita. 3) Il suo capo non gli prestò molta fiducia Berners-Lee lavorava al Cern, e il suo superiore commentò come “vaga ma interessante” la sua idea. Aveva torto. 4) Il web che vediamo è solo la punta dell’Iceberg Il web è sterminato. Nessuno sa quanto grande sia. E quante pagine ci siano. E quante di esse non sono raggiungibili con link, e che sono accessibili solo con password. Molti esperti parlano di 2,3 miliardi di pagine “nascoste” sul web. 5) I link sono nati prima del web Il web è interamente basato sull’idea dell’ipertesto – documenti che rimandano ad altri documenti. E’ stato Ted Nelson nel 1963 a inventare gli iperlink. Ma i suoi ipertesti funsionavano solo all’interno dello stesso computer. L’idea di Berners-Lee fu quella di usare Internet per lineare documenti che si trovassero ovunque. 6) WWW è un acronimo linguisticamente unico Lo scrittore di fantascienza, Douglas Adams (Guida galattica per autostoppisti), ne è convinto: l’insieme delle tre WWW è unico, ci si mette più tempo a pronunciarlo che a capire cosa rappresenti. 7) Il web è dominato dalle Corporation Nonostante ognuno possa lanciare il proprio sito web, i primi 100 websites sono di proprietà di alcune grandi corporation, che hanno un unico obiettivo: provare a “diventare il web”. Questo è quello che stanno provando a fare Google, ad esempio, o Facebook. Provare a dare una serie di servizi di navigazione che non facciano uscire gli utenti dalle proprie pagine. 8) Dal web 1.0 al web 4.0 Il web ha vissuto le sue “ere”. Il Web 1.0 era composto da una serie di pagine con cui si poteva fare solo una cosa: leggerle. E così è rimasto fino ai tardi anni Novanta. Il Web 2.0 è il web alimentato dagli stessi internauti attraverso contenuti generati dagli utenti (dai blog ai social). Ora siamo agli inizi del web 3.0: ovvero di una serie di applicazioni che “capiscono” i contenuti di una pagina, i milioni di dati che ogni giorno vengono pubblicati. 9) web ha battuto tv e radio In termini di sviluppo e successo, un termine di misura è il raggiungimento di 50 milioni di utilizzatori. La radio ci ha messo 38 anni; la televisione 13. Il web 4. 10) Una questione di secondi Sulla maggior parte delle pagine stiamo meno di un minuto. I primi 10 secondi sono i più critici: è in quella frazione che decidiamo se restare o cliccare su altro. Se superiamo i 20 secondi le probabilità diminuisco. Dai 30 in poi finiremo quello che abbiamo iniziato a leggere.
La storia di Robin Friday, il calciatore inglese chiamato anche "l'altro George Best" e primo nella speciale classifica dei calciatori più "cattivi" di tutti i tempi. (da: epicfootball.org) Robin Friday, nasce il 27 luglio 1952 ad Acton, un quartiere difficile della zona ovest di Londra. Fin da piccolo risulta molto problematico: svogliato ed incostante negli studi, mostra però un notevole talento calcistico. Durante l'adolescenza fallisce vari provini per club prestigiosi di Londra quali QPR, Chelsea e Crystal Palace a causa del suo carattere selvaggio. A 15 anni lascia la scuola, comincia ad assumere droghe e si mette a fare il muratore. A 16 anni viene sorpreso dalla polizia a rubare un autoradio e finisce in riformatorio: qui rinforza il suo fisico e mostra tutto il suo talento calcistico nella squadra carceraria tanto da ottenere il permesso di potersi allenare con la squadra giovanile del Reading. Scontata la pena torna ad Acton, il suo quartiere, dove conosce una ragazza di colore e la mette incinta. Robin sposa la ragazza, Maxine, e nel frattempo trova il suo primo ingaggio da calciatore: sono i dilettanti del Walthamstow Avenue Football Club a dargli il primo stipendio (10 sterline a settimana). Il periodo nel suo nuovo club dura poco, giusto il tempo di mettere in mostra tutto il suo repertorio dentro e fuori dal campo: Robin Friday ha un enorme talento unito ad un carattere che lo porta ad essere donnaiolo, alcolista e drogato. Difetti però che non scoraggiano nel 1971 l’Hayes dall'ingaggiarlo triplicandogli la paga. Una leggenda narra che una volta l’Hayes ha iniziato una partita in 10: nessuno sapeva dove si trovava Robin Friday: l'hanno trovato al bar dello stadio, completamente ubriaco, e quando fa il suo ingresso in campo sono passati già una decina di minuti. È messo talmente male che gli avversari lo ignorano per tutta la partita ma pochi minuti dalla fine, approfittando della libertà che gli viene concessa, riceve un lancio in profondità e segna il gol della vittoria per la sua squadra. In quella stagione l’Hayes avanza in Coppa d’Inghilterra fino a giocare contro il Reading: nonostante la sconfitta subita, Robin Friday si mette in mostra impressionando Charlie Hurley, manager del Reading, che lo acquista per 750 sterline. I primi allenamenti nel Reading non partono con il piede giusto: in una partitella Friday riesce a far male due o tre compagni di squadra con la sua foga agonistica, costringendo l'allenatore a farlo allenare con la squdra riserve per evitare che i veterani del gruppo si vendicano. Mister Hurley vorrebbe aspettare quindi a riportarlo in prima squadra in attesa di una maturazione ma pochi mesi dopo il Reading è in una posizione di classifica delicata e non vince da mesi: un piccolo club non può permettersi di fare a meno di Robin Friday. Il suo esordio in campionato è, secondo la stampa locale, “stupefacente” e la settimana successiva arriva anche il primo gol con i “Royals”. Da qui comincia un crescendo incredibile: in pochissimo tempo quel ragazzo che gioca senza parastinchi, che segna gol sensazionali e che fa una vita sregolata diventa l'idolo dei tifosi del Reading. Tutto sembra andare per il meglio eppure i suoi demoni non lo abbandonano: fuori dal campo è sempre peggio, viene cacciato malamente da diversi locali per i suoi atteggiamenti eccessivi. I compagni di squadra lo sopportano per via del suo enorme talento, ma alcuni iniziano ad avere malumori. Viene trasferito in una casa vicino alla sede del club, ma non migliora, anzi Friday viene segnalato alle autorità perchè mette dischi Heavy Metal ad altissimo volume in orari notturni, spesso in preda ai deliri del LSD. Passano così due stagioni al Reading, in cui è comunque sempre il migliore in campo, e nella terza stagione da professionista nei Royals decide di trascinare letteralmente il club alla promozione in 3a divisione: un risultato inaspettato e che arriva grazie alle sue 20 reti. Durante la festa per la promozione Robin Friday scavalca i cartelloni pubblicitari, afferra un poliziotto e lo bacia. Su questo episodio in seguito ha dichiarato: “Lo avevo visto tutto serio, invece era un momento di festa. Ma mi sono pentito di averlo fatto, visto che odio così tanto i poliziotti”. La promozione della squadra non ha cambiato Robin Friday, che nonostante sia l’idolo dei tifosi viene costretto ad andarsene dal presidente del club stufo dei suoi comportamenti: viene ceduto così al Cardiff City, una squadra di seconda divisione, che per lui offre 28.000 sterline. In Galles si presenta subito in grande stile: viaggia in treno senza biglietto e viene arrestato appena arriva alla stazione. L’esordio di Friday con la maglia del Cardiff avviene dopo una notte dove si dice si scoli ben 12 litri di birra: avversario è il Fulham, guidato in difesa dall’ex-pilastro della Nazionale Inglese Bobby Moore. Robin Friday lo ridicolizza, segnando 2 reti e "omaggiandolo" con una strizzata ai testicoli, un modo per dire “ehi, tu sei una leggenda ma io sono Robin Friday e me ne frego di te”. Dopo qualche mese Friday salta numerosi allenamenti, arriva spesso alle mani con avversari e compagni di squadra e viene trovato sempre svenuto negli hotel dove la squadra va in ritiro. Prende più volte il treno per andare e venire da Cardiff a Bristol, dove risiede, senza mai pagare il biglietto. Robin Friday in terra gallese passa alla storia grazie ad una rete. È il 16 Aprile del 1977. Il Cardiff gioca in casa contro il Luton. È una partita maschia, Robin fa di tutto per segnare andando più volte a scontrarsi con il portiere avversario finché non decide di colpirlo al volto con una scarpinata. Viene ammonito e si scusa, porgendo la mano al rivale, ma Aleksic, questo il nome del portiere, rifiuta la stretta e fa ripartire il gioco passandola ad un difensore: ecco allora che Robin Friday insegue a tutta velocità il difensore, recupera il pallone, punta il portiere, lo mette a sedere e segna. È un gol strepitoso, che la punta del Cardiff festeggia mostrando le dita a V al portiere rivale a terra in segno di vittoria. La stagione succesiva le cose vanno peggio sia per il Cardiff che per lo stesso Robin Friday che durante l’estate si ammala di un misterioso virus che gli fa perdere oltre 10 chili e lo tiene lontano dai campi di gioco per 3 mesi. Quando rientra l’avversario è il Brighton e il suo marcatore è lo stopper Mark Lawrenson, che non risparmia entratacce al limite del regolamento. La cosa fa innervosire talmente tanto Friday che alla prima occasione, su un intervento in scivolata del rivale, lo salta e lo colpisce in pieno volto con un calcio. Viene ovviamente espulso, ma anziché raggiungere il suo spogliatoio raggiunge quello degli avversari, cerca e trova la borsa di Lawrenson e ci fa la cacca dentro. La misura è colma, il Cardiff in 10 e già ultimo in classifica perde 4 a 0 e Andrews, l’allenatore, lo caccia: Friday finisce fuori squadra e a fine anno annuncia il suo clamoroso ritiro. Così la stagione 1977/78, la quinta da professionista, è l’ultima da calciatore per Robin Friday che si ritira a soli 25 anni. Torna a casa, nella sua Londra, e viene contattato dal Brentford ma quando ha già svolto il ritiro e sembra essere in forma ci ripensa e molla tutto. Lo contatta anche il Reading spinto da una raccolta di firme dei suoi tifosi, ma anche in questo caso declina: quando il nuovo allenatore, Maurice Evans, gli propone di mettere la testa a posto “per tre o quattro anni, così arriverai anche in Nazionale” Robin Friday risponde chiedendo l’età del manager e aggiungendo poi: “Ho la metà dei tuoi anni e ho già vissuto il doppio di te”. Finisce a vivere in una casa popolare ad Acton, permanenza che intervalla con quella in prigione, dove viene spedito per essersi travestito da poliziotto ed aver sequestrato droga che naturalmente ha poi consumato lui stesso. Il 22 dicembre del 1990 Robin Friday viene trovato morto nel suo appartamento londinese a causa di un arresto cardiaco da overdose. Robin aveva appena 38 anni. Robin Friday viene eletto dai tifosi del Reading “Calciatore del Millennio”. Se ne va con appena 3 stagioni e mezzo al Reading e una e mezzo spesa al Cardiff, senza aver mai giocato in Prima Divisione ne in Nazionale e senza aver mai vinto un trofeo. Friday era un calciatore duro ed egoista, incapace di giocare con la squadra ma fermo nel suo proposito di puntare e saltare l’intera difesa da solo per segnare, cosa che avveniva poi anche abbastanza spesso. Un talento frenato soltanto da se stesso. Un talento così grande, comunque, da riuscire in appena 5 stagioni di serie inferiori inglesi ad entrare nell’immaginario collettivo della patria del calcio. Un uomo che, se non è stato un campione, è stato semplicemente perché non ha voluto esserlo. Lui preferiva essere semplicemente Robin Friday, “il più grande calciatore che non avete mai visto”.
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