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Emerge che... - da Un Cuore Grande Così il 27/03/2015 @ 07:50

Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che il calzino a vista: l'ultima provocazione! Siamo cresciuti sentendoci dire che il calzino si dovesse usare solo per fare ginnastica, poi una volta adulti abbiamo imparato che entrambi uccidono l'eros. E quindi come spiegare il fatto che sempre più dive lo indossino perfino sul red carpet? L'attrazione fatale per la calza corta (da metà polpaccio in giù) risale alla notte dei tempi. Perché è comodo, non tiene troppo caldo e lascia la gamba nuda. Negli anni 20 era considerato "peccaminoso", negli anni 30 un vezzo delle giovani signorine bene, nei 40 un accessorio indispensabile perché meno caro delle calze lunghe e nei 70 un segno di emancipazione dal collant. E dopo? Gli stilisti lo hanno riproposto in passerella e le star lo hanno adottato, visto che da tempo ormai la tendenza impone di non indossare collant anche con il freddo. Il calzino "scalda" senza coprire anche se bisogna avere belle gambe per non rischiare l'effetto salsiccia. E così da Rihanna a Kesha, indossare un calzino a vista è rimasta forse l'ultima trasgressione.
Sotto, Bruno Conti nel 1978, con i calzini... ed è sempre bellissimo vedere i nostalgici del parterre con la testa ad altezza prato. E forza Genoa!

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Emerge che... - da Un Cuore Grande Così il 26/03/2015 @ 07:27

Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che negli anni '80 c'erano tante cose che oggi non ci son più, sentiamo cosa ne pensa ROCCO... ha pianto, è dimagrito, ha abbracciato la famiglia numerosa: sarà servito a far dimenticare un po' del suo passato, spesso violento e offerto a tutti? "Non rinnego nulla. Sono stato un precursore della diffusione del sesso senza fare tante storie. Chi mette limiti, alla fine ne esce frustrato. E guarda caso oggi si finisce con le 50 sfumature. E allora?".
Ha annunciato per l'ennesima volta il ritiro dalle scene hard. Non ci crede nessuno. "E invece toccherà crederci. Resto in questo mondo, me ne torno a Budapest, produco, dirigo, la pagnotta è lì. Cerco di portare un po' di buon passato in questa schifezza che è l'hard oggi".
Davvero? "Non ne ha un'idea. Se ripenso agli anni Ottanta... Schicchi, Moana, si faceva a botte per girare più scene. Oggi questi arrivano e giocano alla playstation. Li chiami e dici: guarda che siamo tutti pronti, e lui risponde che deve finire il livello. E le attrici? Rasate, di plastica, anzi legnose, proprio delle...".
Alt. Ma è colpa di Internet? Quando finisce l'hard-core redditizio? "Già nel 2002 era finito tutto. Se guadagnavo cento, oggi è trenta. Che non è mica poco, intendiamoci. Tutto è in mano a cinque o sei produttori mondiali, devi vendere contenuti a loro e non hanno molti scrupoli... ".
Che brutto mondo, per fortuna altrove non è così. "Youporn, quelle cose lì, fanno miliardi ma io mi difendo ancora, ho un nome, tutelo i diritti ma non è mica sempre facile".
Tipo? "Una volta m'invitano a Mosca, all'aeroporto si presenta un tipo con l'Hummer e la pelliccia e mi dice: buonasera, qui in Russia i suoi diritti ce li ho io. Stavo per chiedergli in base a cosa, poi ho dato un'occhiata all'insieme e ho deciso che era meglio lasciar perdere".
Dicono che adesso anche sull'orologio della Apple si vedrà il porno. Secondo Maurizio Crozza sarà un delirio coordinare i movimenti. "In che senso?".
La smetta. "Buona. Ma è così. Io intanto mi rifaccio con un documentario sulla mia vita, andrà a Cannes il prossimo anno. Titolo: Io, Rocco".
All'Isola tutto viveva sul fatto che lei prima o poi, magari, si spogliava, emergevano le qualità... Eppure basta cliccare su un qualunque sito e chiunque ha accesso facile a tutti i suoi segreti... "Perché se mi avessero visto...".
Ok, vada. "Sarebbe stato quello di Rocco Siffredi, quello vero, l'uomo. Su Internet alla fine sei un fumetto".
Sull'Isola lei era vero? "Ci sono andato per la terapia. Per la dipendenza, dal sesso. Dovevo farcela, ce l'ho fatta. Era una sfida terribile con me stesso, con uno che non è mai andato dall'analista, anche perché...".
Non lo dica. "L'analista lo facevo io. Ne sono uscito, ora posso ricominciare. E devo tutto alla mia famiglia ".
Ma perché fa un documentario su di sé? "Una testimonianza e un racconto che a me appare ancora fantastico. Ho un solo rimpianto, non c'è stato verso di convincere il mio maestro e mentore Gabriel Pontello. Sa chi è? Un mito del sesso".
E adesso, da qui in avanti? "Si ricomincia, sono rinato, mi sento di nuovo in forma, ricomincio anche a sentire...".
Sotto, 16 novembre 1980, Genoa-Varese 2-1, capitan Onofri gioisce per il goal... e l'anno dopo arrivarono gli sponsor. E forza Genoa!

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Emerge che... - da Un Cuore Grande Così il 25/03/2015 @ 07:28

Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che ieri è arrivata una bella mail, eccola: "Ciao Lorenzo, sono passati alcuni mesi da l’ultima volta che abbiamo inviato un nostro scritto e delle foto. Mesi impegnati ad adempiere a tutte le formalità burocratiche a pianificare, programmare. Settimane per ricercare soluzioni all’approvvigionamento idrico, alle misurazioni per il recinto anti intrusione (cinghiali), vari progetti per l’impianto di irrigazione e mille altri problemi con cui abbiamo dovuto confrontarci. È stata dura! Ma ci siamo riusciti. Ricordate, quei sei ragazzi africani, fuggiti dalle guerre e giunti a Genova, via Lampedusa, titolari di permessi umanitari e di protezione internazionale? Quei ragazzi che grazie a voi sono diventati tifosi Genoani e presenti allo stadio? Quei ragazzi inseriti in un progetto finalizzato alla costituzione di una cooperativa agricola? Ebbene si, finalmente possiamo, come avevamo a suo tempo promesso, annunciare che è stata costituita la cooperativa agricola “LE TERRE DEL VILLAGGIO”. Siamo tutti molto contenti e felici ma anche consci che tutto quello che abbiamo fatto in questi mesi non è nulla in confronto a quello che ci aspetta. L’inizio di un'esperienza d’impresa nella situazione economica attuale è da paura, non ci fa dormire sonni tranquilli. Lasciamo da parte i brividi e fuori le zappe!! Con la speranza di potervi aggiornare presto con notizie positive, un abbraccio a voi tutte/i, Claudio.
ps: mi dispiace ma non trovo le altre foto fatte nei campi. Le manderò prossimamente".
Grazie Claudio, grazie amici africani: il calcio forse è finito ma ancora qualche miracolo riusciamo a crearlo, e con il "noi" intendo tutti i donatori di UCGC. E forza Genoa!

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Emerge che... - da Un Cuore Grande Così il 24/03/2015 @ 07:35

Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che"Oh oh, mi è semblato di vedele un gatto!" dice TITTI il canarino quando vede il micione avvicinarsi con passo felpato e l'aria minacciosa. Una frase cult dei Looney Tunes, la serie animata della Warner Bros, che introduce l'entrata in scena di GATTO SILVESTRO, che compie 70 anni. Il grosso micio nero, col ventre bianco, zampe e punta della coda candide, il naso rosso da clown, fu creato dai disegnatori della casa cinematografica statunitense. Friz Freleng che si ispirò - come Charles M. Schulz per il mitico Snoopy, clone del bracchetto di famiglia - al gatto di casa, frustrato dalla vita domestica, esordisce nel 1945 nel cartone Life with Feathers. La personalità di Silvester J. Pussycat Sr, che conserva l'istinto da predatore ma non riesce mai ad acciuffare il canarino Titti, Tweety nella versione originale americana, ha affascinato generazioni di spettatori. Il canarino, furbo e buffo con gli occhioni sgranati e la erre che diventa elle, può dormire sonni tranquilli nonostante Silvestro. A difenderlo ci sono l'eccentrica nonnina Granny, sempre pronta a prendere il micio a ombrellate in testa, e il tarchiato e muscoloso Ettore, un bulldog che non brilla per intelligenza ma che nel corpo a corpo con il gattone ha la meglio. Silvestro ha avuto una stagione di gloria anche nella pubblicità made in Italy in quella che, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, con Carosello. Il gatto che sognava di mangiarsi Titti era testimonial, insieme al "nemico" canarino, della pubblicità dei pomodori pelati. Alla fine del solito inseguimento tra Silvestro e Titti, il canarino ferma la sua corsa sopra una confezione del prodotto e Silvestro frena, sgommando e pronuncia un'altra frase cult, questa volta della pubblicità italiana: "Eh no, su De Rica non si può...". Prima di diventare celebre come nemico di Silvestro, Titti non era un canarino domestico, bensì un selvatico uccellino color rosa. Fu il disegnatore Bob Clampett a creare il personaggio nel cortometraggio animato del 1942 "A tale of two kitties", in cui Titti era alle prese con due gatti randagi. Ancora non si chiamava Tweety, ma Orson, in omaggio a Orson Welles di cui Clampett era grande estimatore. Sotto, Bologna-Genoa, stagione 1987-88: sta per prendere quota il tifo organizzato di massa. E forza Genoa!

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Emerge che... - da Un Cuore Grande Così il 23/03/2015 @ 07:48

Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che l'anteprima dei suoi 70 anni non è stata sicuramente delle migliori: una caduta sul palco del Petruzzelli di Bari, un femore rotto, tre viti nell'osso. Così Franco BATTIATO per un periodo (15 giorni dice lui) girerà con le stampelle, ma nel frattempo annuncia per l'autunno l'uscita di un mega box antologico con la sua opera omnia: film, documentari, opere, più due inediti e una cover. Intanto continua a lavorare (da cinque anni) al film su Haendel. Sono passati quasi 50 anni dalle sue prime esperienze musicali a Milano, dal suo primo contratto discografico ottenuto grazie al suo grande amico Giorgio Gaber che tra l'altro, insieme a Caterina Caselli, (i due conducevano il programma "Diamoci del tu") ha ospitato, nel 1967, la sua prima apparizione televisiva. Lungo questi decenni Franco Battiato ha costruito un percorso davvero unico nel panorama italiano. Un ironico libero pensatore che ha praticato l'arte della provocazione e che ha avuto pure una breve esperienza (non retribuita) come assessore alla Regione Sicilia con la giunta Crocetta, durata da novembre 2013 a marzo 2014 e finita in modo a dir poco burrascoso. Anche se è sempre stato lontano da atteggiamenti militanti, non ha mai nascosto le sue simpatie per la Sinistra e con "Povera patria" ha firmato uno dei più intensi ritratti del degrado del nostro Paese. Battiato è' certamente uno dei nomi più famosi della musica italiana, ha una lunga consuetudine con i piani alti delle classifiche e alcuni dei suoi brani sono entrati ormai nella storia del costume, ma negli anni '70 produceva album sperimentali come "Fetus" e "Pollution" che hanno fatto scoprire all'Italia le risorse della musica elettronica e le concezioni più avanzate del rock di quelle stagioni e le contaminazioni con i grandi autori di musica contemporanea. In quegli anni capitava che il pubblico reagisse in modo a dir poco vivace alle sue performance volutamente ai limiti dell'inascoltabile. Queste esperienze e questo tipo di approccio hanno ispirato il suo ultimo album , il Joe Patti's Experimental Group, che è stato portato in tour di fronte a un pubblico molto più preparato di quello di 40 anni fa. Del suo grande successo commerciale parla con la sua magistrale ironia e il suo proverbiale e sofisticato sense of humour senza per altro nascondere un certo imbarazzo. In realtà Franco Battiato è uno studioso dagli orizzonti amplissimi che sa praticare l'arte della canzone pop ma che, grazie alla sua cultura dai vasti orizzonti, usa linguaggi e riferimenti diversissimi, sia in campo musicale che in altre forme di espressione artistica, come il cinema, la pittura, l'opera. Così come è stato un precursore della musica elettronica, Battiato, che da molto tempo pratica quotidianamente la meditazione, è un cultore di musica classica e sinfonica che nei suoi racconti sembra essere praticamente l'unica musica che ascolta. Però la lista delle sue collaborazioni va da Claudio Baglioni ai CSI, da Enzo Avitabile a Pino Daniele, dai Bluvertigo a Tiziano Ferro, Celentano, Subsonica, Marta sui Tubi, senza contare il decisivo ruolo svolto nelle carriere di Alice e Giuni Russo. Non è certo un caso che continui a essere un punto di riferimento: i giovani vedono in lui un modello di originalità e di curiosità, quelli più grandi un difensore dell'intelligenza in un mondo che troppo spesso ne dimentica l'importanza. Sotto, stagione 1983-84, Genoa-Lazio 0-0, Beppe Corti sbuffa contro la palla, da notare la quantità di pubblico alle sue spalle, è la Gradinata Nord! E forza Genoa!

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Emerge che... - da Un Cuore Grande Così il 22/03/2015 @ 08:14

Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che "I registi non migliorano con l'età: si ripetono e nonostante ci siano eccezioni, il loro lavoro non migliora, per questo motivo ho deciso di smettere di fare cinema. Mi hanno chiesto perfino di girare un film della serie di Harry Potter. Anche se oggi sarei molto ricco, il mio problema è che non mi piaceva, non lo capivo, non mi interessava", così Sir Alan PARKER durante la prima Master Class del Bifest 2015 condotta ieri a Bari dal critico inglese Derek Malcolm. Dinanzi ad un Teatro Petruzzelli gremito, il settantunenne regista inglese di film come Evita, Angel Heart, Pink Floyd the Wall, The Commitments ha ripercorso la sua carriera dagli inizi, sottolineando che, alla fine, della sua carriera quello che conta è "essere orgogliosi del proprio lavoro e sapere di avere detto quello che volevi dire". Alan Parker, il cui ultimo film, risale al 2003 è The Life of David Gale'' con Kevin Spacey e Kate Winslet spiega "Un film esiste solo se c'è un pubblico che lo guarda sullo schermo; qualsiasi schermo sia. Un regista vede al montaggio il suo lavoro mille volte, ma la prima volta che lo vede davvero è solo insieme al pubblico." Parker ha una visione amara del mondo della produzione degli ultimi anni."Oggi il cinema Hollywood è destinato soprattutto ai ragazzi, e un film Fuga di Mezzanotte oggi non sarebbe fatto dagli Studios che si dedicano solo ai Blockbuster: l'America cinematografica che ho conosciuto non esiste più e oggi il cinema a Hollywood appartiene ai dirigenti degli Studios e non più ai registi. Prima di Spielberg e di Lucas, prima che il cinema diventasse un divertimento destinato soprattutto ai ragazzi, le Major producevano un cinema per tutti. Oggi tutto è cambiato". Sotto, 1983-84, Genoa-Lazio 0-0 (al ritorno, incredibile e immeritata sconfitta per 1-2), Mario Faccenda e Giordano si contendono il pallone, a fine campionato nostra retrocessione per classifica avulsa sfavorevole proprio con i romani... da tener conto che la differenza reti era a noi favorevole: -14 Lazio, -12 Genoa, ma le regole erano altre E forza Genoa!

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Emerge che... - da Un Cuore Grande Così il 21/03/2015 @ 07:32

Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che Citta' del Messico: in 19"72 porto' il mondo della velocità avanti di 20 anni. Una coppia di numeri diventati magici, e che per 17 anni lo resero l'uomo più veloce della terra. Il ruolo di Pietro MENNEA doveva essere suo ad "ogni costo non potevo fallire". Michele RIONDINO non avrebbe consentito a nessun altro attore di mettere gli scarpini chiodati, e misurarsi con le imprese del mito dell'atletica mondiale, uomo del sud come lui, pugliese come lui, che come lui ha lasciato la sua terra per inseguire il suo sogno. Tanto che durante la preparazione atletica ha finito con "il sognare più di una volta di correre in pista nella corsia al fianco di 'Bat'". L'attore tarantino, 36 anni appena compiuti, tra i più richiesti di cinema e tv (tra gli ultimi film Meraviglioso Boccaccio dei Taviani, Il giovane favoloso di Martone, per la tv Il giovane Montalbano 2 dove è il commissario di Vigata, di cui ha appena finito le riprese) presta volto, anima, occhi e piedi e gambe a Pietro Mennea - La freccia' del sud, in onda su Rai1 il 29 e il 30 marzo in prima serata. Con la miniserie a due anni dalla scomparsa (21 marzo 2013), la Rai celebra le imprese del campione simbolo, liberamente ispirato a "La grande corsa", con la regia di Ricky Tognazzi (coautore anche di soggetto e sceneggiatura con Simona Izzo e Fabrizio Bettelli)... primatista mondiale dei 200 metri piani dal 1979 al 1996 (tutt'ora record europeo), e medaglia d'oro alle Olimpiadi di Mosca del 1980. Nel cast, tra gli altri, anche Gian Marco Tognazzi, Elena Radonicich (la moglie Manuela la donna della sua vita), una straordinaria Lunetta Savino nel ruolo dell'amatissima ma severa madre dell'atleta, dalla quale Pietro "non riusciva mai a farsi dire bravo", nonostante la valanga di successi. Per Riondino una preparazione atletica di 3 mesi con Roberto Piscitelli, ex tecnico della Nazionale italiana per entrare nel ruolo: "Ho dovuto cominciare ad affrontare la disciplina della velocità - spiega l'attore - e della resistenza, dove tutto è racchiuso un una manciata di secondi". Giovanni Malagò ricorda ''Pietro se ne andò due anni fa a 61 anni poco tempo dopo la mia elezione come presidente del Coni, ha tifato per me facendo la differenza. La sua morte è incolmabile. Uomo riservato, non voleva trasferire i suoi problemi negli altri. Nessuno neanche i suoi familiari più stretti erano a conoscenza della sua malattia. Andava all'ospedale e fingeva di andare a trovare qualcuno che stava male. Quando è scomparso per la prima volta, abbiamo aperto il salone d'onore del Coni per la camera ardente". Mennea non era forse un predestinato, magrissimo, piccolino, ma laddove il fisico non c'era interveniva l'abnegazione alla fatica e all'allenamento: vent'anni dedicati anima e corpo all'atletica e quei 200 metri corsi da imperatore nel 1979 alle Universiadi messicane. Il ragazzo di Barletta appena un anno dopo vinse l'oro sulla stessa distanza ai Giochi di Mosca, dopo una rimonta mozzafiato. "La fatica non e' mai sprecata, soffri ma sogni. Per battere il tempo devi saper soffrire" ripeteva sempre Mennea. Che gli sarebbe piaciuta questa ripartenza targata 1981-82! E forza Genoa!


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Emerge che... - da Un Cuore Grande Così il 20/03/2015 @ 07:49

Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che Giuseppe Tornatore firma, insieme a Claudio Baglioni per la parte musicale, il video per il progetto Medicinema: una raccolta fondi per creare una sala cinematografica al Policlinico Gemelli di Roma "ma sarebbe bello - dice il regista - poterne realizzare una in ogni ospedale italiano, il valore terapeutico del cinema si conosce da sempre". Il regista ha subito accettato di mettersi al servizio della causa - un video girato praticamente a costo zero - nel quale ha coinvolto anche Claudio Baglioni: "Si è presentato prima di un concerto romano, mi ha conquistato con la sua idea. Io faccio canzoni e non colonne sonore, ma mi è venuto in mente un brano che raccontava proprio il tentativo di portare l'arte a chi ne ha bisogno e che si chiama Acqua dalla luna". Lo spot di Tornatore, che esiste in una versione da 90 e da 30 secondi, è stato girato all’interno del Policlinico Gemelli di Roma. L’obiettivo è la costruzione, entro l’autunno, della prima sala cinematografica integrata, con 120 posti e spazi per i letti dei malati, in una struttura ospedaliera pubblica. Una sala destinata alla cinema-terapia per aiutare i pazienti a vivere al meglio la degenza. Lo spot sarà programmato da oggi sugli schermi del circuito The Space Cinema, in 36 multiplex in tutta Italia. L’iniziativa ha il sostegno di Rai Cinema e Disney Italia. «È anche attraverso queste iniziative di alto valore sociale — dice Marco Elefanti, direttore amministrativo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore — che si realizza e si dà concretezza all’obiettivo di umanizzazione delle cure perseguito dal Gemelli. La realizzazione di questa sala cinematografica vuole rendere l’ospedale più accogliente e contribuire a dare ai degenti quel sollievo che è una componente essenziale della cura». La collaborazione di Claudio Baglioni, che ha realizzato la musica dello spot, ha avuto come idea quella di «cercare di regale agli altri stupore e incanto, abbiamo cercato — sottolinea Baglioni — di unificare le atmosfere e armonizzare il tutto. E’ stato bello aver contribuito». Un team di psicologi e medici deciderà i pazienti che potranno accedere alla sala cinematografica del Gemelli, valutando i contenuti delle pellicole, e sarà realizzato un programma di titoli da proiettare in base alle condizioni dei degenti. Il costo della nuova sala è stimato intorno ai 300 mila euro. «La sala che nascerà al Gemelli — spiega Fulvia Salvi, presidente di Medicinema Italia — sarà la testimonianza della generosità di tantissime persone, che hanno creduto in un progetto semplice e difficilissimo allo stesso tempo». Sotto, Messina-Genoa di oltre 25 anni fa. E forza Genoa!


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Emerge che... - da Un Cuore Grande Così il 19/03/2015 @ 07:46

Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che il cast di GoodFellas (QUEI BRAVI RAGAZZI) si riunisce per il 25° anniversario del film cult di Martin Scorsese... una versione completamente rimasterizzata della pellicola originale chiuderà il 25 aprile la 14° edizione del Tribeca Film Festival: Robert De Niro, Joe Pesci, Lorraine Bracco, Ray Liotta e Paul Sorvino saranno ospiti di Jon Stewart dopo il film... "Sono felice - ha detto Scorsese - che GoodFellas chiuda il festival. Fu un'avventura portarlo sullo schermo". "Boicottarci per cosa, perché non la pensiamo come voi? Siamo nel 2015, questo è medievale": DOLCE&GABBANA tornano sulla vicenda dei bimbi nati attraverso la fecondazione in vitro e si difendono dalle critiche, lanciate in primis da Elton John... alla Cnn hanno spiegato di rispettare il modo di vivere di tutti, compreso di chi decide di avere figli in provetta, ma anche gli altri dovrebbero rispettare le differenze di opinione "Ognuno deve scegliere ciò che vuole, questa è la democrazia". Luis SEPULVEDA è stato dimesso dall'ospedale, dov'era stato ricoverato venerdì per un'infezione respiratoria... è ora in buone condizioni di salute, ma dovrà ancora riposare, poi potrà tornare in Spagna... tra i messaggi di auguri, la lettera degli alunni della 1°B della scuola primaria Odorico da Pordenone, che gli assicuravano di "essere in buone mani", annunciando che ogni giorno avrebbero letto una pagina di "Storia di una gabbianella". Dopo una settimana di solitudine su Playa Desnuda, ROCCO Siffredi annuncia commosso: "Lascio il porno, non voglio perdere mia moglie", immediata la replica di Rozsa, che lo rassicura: "Io lo conosco così e lo amo così. Chissà come sarà il nuovo". Sotto, puntata anni '90, Pistoiese-Genoa nei tempi di Spinelli Vattene. E forza Genoa!

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Emerge che... - da Un Cuore Grande Così il 18/03/2015 @ 08:06

Dalla rassegna stampa (e non solo) emerge che il passaggio del turno l'aveva già ipotecato la settimana scorsa, vincendo 1-0 la partita d'andata nello Sri Lanka, ma ora è fatta: il BHUTAN, fanalino di coda nel ranking Fifa, ha compiuto il primo passo verso i Mondiali di Russia 2018. Nel match di ritorno giocato ai 2.200 metri del Changlimithang National Stadium della capitale Thimphu davanti a 20 mila spettatori entusiasti (a tutti è stato permesso di uscire prima dal lavoro per vedere la partita), la nazionale del piccolo regno himalayano (popolazione di circa 700 mila abitanti) si è imposta per 2-1 ed è passata alla seconda fase di qualificazione asiatica. Protagonista assoluto della giornata Chencho Gyeltshen, autore della doppietta (5' e 90') che ha vanificato il provvisorio pareggio di Zarwan (34'). A decidere la partita di andata nello Sri Lanka era stato invece il 21enne Tshering Dorji, un centrocampista che sogna di trasferirsi all'estero per giocare da professionista. Il Bhutan occupa la 209° posizione nella classifica della Fifa, senza nemmeno un punto. Al top c'è la Germania campione del mondo a quota 1770. Il paese asiatico sta imparando a scoprire il calcio, che punta ad insidiare il tiro con l'arco, lo sport nazionale. Il tecnico dei bhutanesi Chokey Nima è riuscito a mettere insieme una squadra soltanto a fine gennaio, quando ha portato un gruppo di giocatori in ritiro in Thailandia. La scelta si è rivelata felice, nonostante l'assenza di Passang, il giocatore più celebre in patria, famoso per aver segnato 17 gol in una partita (impresa mai riconosciuta dalla Fifa). Nelle qualificazioni per i mondiali di Brasile 2014 il Bhutan aveva perso tutte le 18 partite giocate, ed era stato sconfitto col punteggio di 20-0 dal Kuwait in una partita di qualificazione alla Coppa d'Asia. Nel prossimo turno, il Bhutan sarà posto in uno degli otto gruppi di cinque squadre e potrebbe finire di fronte a potenze asiatiche come Giappone, Iran o la Corea del Sud. Alla fase successive delle qualificazioni asiatiche si sono qualificati anche l'India (che ha eliminato il Nepal), e Timor Est (che ha superato la Mongolia), mentre è stata rinviata per motivi di sicurezza la partita tra Pakistan e Yemen in programma a Lahore. E forza Genoa!

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