Addì, giovedì 18 agosto 2016
72° giorno di raccolta
Euro donati 5784
“La più felice di tutte le vite è una solitudine affollata.” (Voltaire)
Mi è facile al contempo difficile presentare l'autore di oggi perchè lo conosco talmente bene che potrei dilagare e già il suo contributo è lunghino ;).
Ho conosciuto Riccardo Grossi dieci anni fa quando da poco avevo affiancato Lorenzo in questa iniziativa e fu naturale proseguire il cammino anche insieme a lui. Devo dire che talvolta siamo cane e gatto: riusciamo a pizzicarci per cose minime perchè siam fatti così e in un certo senso ci somigliamo; puntigliosi, permalosi e timorosi di non essere mai abbastanza. Ma insieme a Lorenzo siamo una squadra...una di quelle che durano negli anni senza frizioni o dispute se non del sano menaggio che dopo tanto tempo insieme e tanta confidenza ci sta pure. Ed è per questo che siamo ancora qua...eh già!
Sensibilissimo al punto da soffrire per le pene di tutti, Ricky, Ricky di UCGC, è un amico di quelli che sai che ci sono e ci saranno per sempre. E nonostante non glielo dica mai, io gli voglio un gran bene.
Grazie Ricky di UCGC per il tuo contributo...così tuo nella precisione maniacale e al contempo così dannatamente sincero nel finale (ma la citazione iniziale non l'hai spuntata poichè solo io posso trovarla, deciderla e scriverla...TIE'! ;) )
"Ho vissuto i miei primi anni di vita tra estrema timidezza e eccessiva sensibilità immerso nei miei sogni infantili e adolescenziali, uno era fortemente quello di diventare un giocatore del Genoa ma ero troppo stazzo per poterci riuscire nonostante avessi la testa giusta, l'altro era quello di rimanere scritto in un libro di storia, ma purtroppo non sono più i tempi giusti per imprese epiche significative.
A differenza di molti io non ho avuto esperienze allo stadio da piccolo, per problemi familiari non avevo nessuno che potesse portarmi al Campo e vivevo il Genoa nei racconti di mio papà a cui si illuminavano gli occhi quando mi narrava le gesta di Juan Carlos Verdeal viste da lui in prima persona. Vivevo emozionalmente il Genoa anche grazie alle radiocronache delle crepitanti radioline anni '80 quando i vari Ciotti Ameri Provenzali, o purtroppo più spesso l'inviato sul campo principale di serie B Ezio Luzzi, raccontavano le partite del Grifone, e grazie ai servizi del mitico 90° minuto dove Giorgio Bubba o Alfredo Liguori presentavano gli spesso troppo scarni servizi dal Luigi Ferraris.
Posso quindi solo raccontare, sperando di non annoiarvi, qualche mio flashback, alcuni personali altri convissuti magari con tanti di voi, di noi, ma per ognuno con ovviamente punti di vista diversi.
Parto imprescindibilmente col mio ultimo ricordo Genoano legato al mio papà: maggio '82 intervento radio dal San Paolo per il goal di Mario Faccenda, salto sulla sedia e abbraccio vigoroso tra noi due per l'incredibile salvezza raggiunta a discapito del Milan vincente in rimonta 2-3 a Cesena.
8 maggio 83, la mia prima volta dal vivo al Campo grazie all'abbonamento gentilmente prestatomi da mio zio: Genoa - Roma 1-1 con salvezza nostra e scudetto loro, una festa, ricordo un particolare che mi colpì tantissimo e di cui quasi ho ancor oggi percezione olfattiva ovvero il profumo pungente dell'erba del campo, erba di quel verde intenso del Ferraris che fu, con la sua vecchia schiena d'asino a prova di qualsiasi allagamento.
Ricordo l'effetto folgorante della Gradinata Nord, un mare infinito di persone appassionate e calde come me, mi sono subito trovato a mio agio nonostante all'epoca non conoscessi nessuno, purtroppo non ho mai fatto parte della Fossa dei Grifoni appunto perchè non avevo confidenza con qualcuno del gruppo, ma nel tempo vedevo i ragazzi più grandi guidare i cori rimanendo sempre colpito dal carisma di Roberto e Fabio nel coinvolgere tutti con le giuste parole.
L'11 settembre 83 i 13 al Totocalcio vinsero 1 miliardo e 200 milioni circa, io feci 11 sbagliando Genoa (0-5 con l'Udinese) e quelli là (1-2 con l'Inter) mettendo a entrambe X, la sfiga ci ha sempre visto benissimo..
Il 1° aprile 84 ero in curvetta Nord quando Briaschi all'89' sotto un diluvio scagliò un tiro dei suoi per l'1-0 fondamentale all'Ascoli, una minuta anziana signora vicino a me esultò brandendo e agitando con foga in aria l'ombrello chiuso quasi fosse una majorette ventenne, si sperava ancora nella salvezza ma qualcuno aveva deciso diversamente con i laziali Giordano e Manfredonia che, ogni qualvolta entravano nelle aree avversarie, erano novelli Di Biasi e Cagnotto.
Da pivello raramente avevo i soldi per entrare al Campo e quindi vidi ben poche partite, spesso però mi mettevo dietro i cancelli chiusi e sbirciavo dalle feritoie per carpire qualcosa, il più delle volte, vista la visuale ridottissima, erano le urla che mi davano il polso delle varie azioni, ma una volta mi capitò un inaspettato quanto gradito regalo.
26 maggio 85 giorno di Genoa - Pisa, finito il primo tempo ero posizionato fuori dall'ingresso delle tribune quando all'improvviso un distinto signore uscì e mi disse: - Vuoi entrare? - io, ovvio, risposi di sì e lui mi diede un piccolo cartoncino che scoprii essere una "contromarca", con quella baldanzoso mi feci strada all'ingresso, nessuno mi fermò e mi accomodai in tribuna felice come una pasqua, poi al tutto aggiunsi la doppietta di Policano del 2-1 finale! Ma non era finita lì.. non fermandomi nessuno all'entrata la contromarca rimase a mie mani! Quale miglior occasione quindi per riutilizzarla allo stesso modo nella gara interna successiva? Detto fatto, e così mi vidi anche il secondo tempo di Genoa - Empoli!
C'era contestazione quel 29 marzo 86, prima di Genoa - Ascoli vennero piegati i pali delle reti dietro la porta della Nord, oltre a quello ricordo il goal in rovesciata di Tacchi che poi svenne e io che, in mezzo al casino, mi aggrappai alle griglie urlando come un ossesso, venni guardato come un pazzoide mentre scendevo.
Cremonese - Genoa del 26 ottobre 86, il Genoa pareggia al 90' con punizione di Cipriani mentre la loro curva stava inscenando una sciarpata di gioia per la supposta vittoria sulle note della pubblicità della Barilla, lì vidi Stefano Q. con le lacrime agli occhi commosso dalla gioia.
E venne il giorno dello spareggio di Modena nell'88, ero su uno dei due treni, ovviamente quello che al ritorno si ruppe, lì conobbi Davidone con la faccia dipinta di rosso e di blu, fu empatia immediata; prima della partita credo un Mods bolognese fece la genialata di entrare nella nostra curva per uscirvi poi dentro uno scatolone privo di sensi, a fine partita ci fu invasione di campo, portai Scanziani in trionfo e poi mi ritrovai quasi sotto la curva gialloblù, alcuni di loro scavalcarono e uno di noi, mi pare uno skin, disse: - facciamo gruppo! facciamo gruppo! - e così mi fermai lì.
Finalmente l'anno dopo il Genoa grazie al Professor Scoglio fece un'annata memorabile, dopo la Coppa Italia ad Alessandria, mai presa così tanta acqua come contro la Fiorentina (così come tanto freddo poi a Parma al primo goal, intravisto, di Fontolan), il Ferraris era diviso a metà e io per poter vedere tutte le partite riuscii ad imbucarmi in uno dei palazzi dietro i distinti in costruzione, eravamo un bel gruppetto, tra cui Andrea M. e Davide F., tanto da creare un romantico artigianale striscione < Voi col Cuore , Noi dal poggiolo > applaudito dalla Nord in occasione della sua prima esposizione.
Arriviamo così agli anni 90, finalmente avevo iniziato a lavorare e, dopo il 90/91 anno di militare, potei permettermi di non mancare mai in casa e di fare molte più trasferte.
Al termine di Genoa - Juventus '91, con l'accesso alla Coppa Uefa a discapito proprio dei gobbi, ho ancora in testa il riecheggiare del canto: - Al mercoledì al mercoledì! juventino guardati Twin Peaks! -
Ricordo indelebile mio e di tanti è il 3-1 di Skuhravy con l'Oviedo, nel delirio totale dell'esultanza mi ritrovai sdraiato abbracciato sopra a un signore sconosciuto coi baffi, ebbene urlava con tutta la voce in corpo AAAAAAHHHHHHHHHH!!! non saprò mai se per via del goal o se perchè lo stavo stritolando da quanto lo stringevo o per via che forse aveva lo spigolo di uno dei gradoni (ricordate com'erano prima) piantato nel bel mezzo della schiena.
A Bergamo, scortati tra gli altri dal supermegaconcentrato di celerino (alto quasi 2 metri, maniche corte, giubbotto di piumino senza maniche, guanti, manganello in una mano e radiotrasmittente nell'altra) fu una trasferta che ricordo perchè vidi dopo un bel po' di tempo "lo Zio" tra le nostre fila in corteo.
Le tre trasferte europee che potei fare furono epiche: Oviedo in pullman col Genoa Club Torriglia (25 h andata - 26 h ritorno), Liverpool con l'aereo sotto la supervisione di Agostino e infine Amsterdam con Giorgino e "PierUgo" di Bolza e con Massi il biondo che a un certo punto del tragitto sparì.
Il 5 settembre 93 mi ritrovai a Napoli, fermato per 5 ore in Questura insieme a circa altri 80 Genoani per motivi di ordine pubblico, prima di Milan - Genoa in campo neutro, la partita finì 1-0 ma, a parte le botte prese dalla celere alla stazione di Frattamaggiore (erano più loro di noi) fu una trasferta che mi consentì di conoscere alcuni amici con cui ho rapporti ancora adesso.
A fine 93, dopo lo scioglimento della Fossa, per qualche mese cercai di dare una mano ai "Grifoni della Nord", il nuovo gruppo che tentò di tener vivo il tifo in Gradinata, fu in quel periodo che ricordo con piacere buonanima di Ciuppi e che conobbi Leo B., persona a cui anni dopo sarò molto grato per svariati motivi tra cui quello di avermi presentato nel 2006 Lorenzo M.
Passando gli anni entravo in personale contestazione con le varie dirigenze che si susseguivano alla proprietà del Genoa: decisi razionalmente di "violentarmi" e di non foraggiare più quelli che ai miei occhi facevano del male al mio Amore, iniziai così a cercare di entrare in qualche modo al Ferraris da portoghese e ad andare quanto più possibile in trasferta.
Il 17 settembre 96 ero in vacanza in Sardegna ma, preso da un irresistibile impulso, decisi che dovevo essere al derby di Coppa della sera dopo; rientrai in anticipo con volo su Pisa scendendo letteralmente di corsa dall'aereo saltando ogni controllo scortato da uno steward tifoso del Pisa, coincidenza con il treno e arrivo trafelato sugli spalti allo stesso momento dell'entrata dei giocatori in campo, il pareggio 2-2 mi ripagò di tutto!
Il 6 novembre 96, un mercoledì, decisi di andare a Vicenza per il 3° turno di Coppa Italia (quella poi vinta proprio dal Lanerossi), partii in treno da Brignole da solo ma rimasi tale fino a Sampierdarena dove salirono alcuni di "Con Te nel Cuore" che mi coinvolsero nel gruppo. Arrivati al Menti a 10 minuti dall'inizio vi erano le biglietterie già chiuse ed entrammo grazie ad alcuni Vigilantes, nel trambusto ci perdemmo Pierino; lo rivedemmo solo salire sul treno del ritorno in quanto era stato trovato da una volante in stato confusionale su una statale nei dintorni di Vicenza (così mi raccontò poi lui).
L'11 aprile 98 trasferta da pochi intimi in quel di Andria, Genoa a galleggiare a metà classifica senza grandi ambizioni, ero in treno con Luca R. e Gianluca D. e l'accoglienza dei locali, memori del 2-0 con cui finirono in C due anni prima, fu il settore ospiti cosparso di polvere da sparo sui gradoni.. per fortuna alcuni di noi se la diedero immediatamente e la cosa non ebbe conseguenze.
Il 16 maggio 99 ero "riuscito" a entrare nei Distinti per assistere nuovamente a una inutile gara contro l'Andria, le attenzioni di tutto lo stadio erano però rivolte al Dallara e quando Ingesson (Santa Klas come lo chiamai da lì in poi io), su indicazione di sor Carletto Mazzone, calciò e segnò quel rigore decisivo esplosi insieme a tutto lo stadio esultando abbracciato al mio caro amico Rinaldo C. per svariati minuti.
Il nuovo secolo si è aperto tanto per cambiare con il Genoa in pieno marasma: nel 2003, dopo il Genoa - Siena che in pratica ci condannò, e dove io Andrea P. e una terza persona siamo stati gli unici a "salutare" i giocatori fuggiti da sotto la sud nei furgoni, ecco il Genoa - Cosenza dell'appartenenza seguìto poi dal sorprendente (?) ripescaggio estivo.
Nel 2004, nell'ottica di fare qualcosa di costruttivo per il Grifone, grazie a Leo B. sono entrato a far parte del direttivo dell'A.C.G., qui ho conosciuto e apprezzato molte persone e condiviso un tragitto lungo 10 anni, di questo periodo ricordo in particolare la famosa trasferta di Salerno nei playoff vista e vissuta in apnea e la soddisfazione al ritorno che ho associato al film - La Tigre è ancora viva - di salgariana memoria.
Nel 2006, come scritto prima, ho conosciuto il progetto benefico Un Cuore Grande Così che era alla sua 3a edizione, è stato un vero colpo di fulmine, da allora mi è stata data la possibilità ulteriore di costruire qualcosa di buono con la B maiuscola unendo la mia Genoanità al poter dare una mano agli altri.
So che le persone bisognose sono davvero tante, nel mio intimo ho il sogno utopico che tutti possano avere una vita dignitosa, sarebbe cosa buona e giusta, ma visto che non è così nel mio piccolo cerco di contribuire se non altro a renderla migliore a qualcuno, sarebbe bello se davvero tutti lo facessero a prescindere.
Sorrido piacevolmente ora, dopo questi 10 anni, quando qualcuno per farmi individuare da terzi mi cita come "Ricky del Cuore", essere indentificato con questa iniziativa mi riempie davvero di orgoglio e mi fa quasi illudere di aver coniugato e shakerato i miei due sogni d'infanzia, il Genoa e la storia, all'interno della Storia del Genoa, chissà..
Termino questo mio lungo e spero non noioso raccontarmi con una considerazione: da sempre in pratica ho frequentato lo stadio in modo solitario, forse avrò un'indole da orso, partivo e parto tuttora da solo da casa ma per fortuna trovo sempre e comunque aggregazione con tante care persone conosciute pian piano durante gli anni, in pratica davvero come una grande famiglia, e per me che non la ho è una cosa veramente importante.
E chiudo davvero citando Montale, riconoscendo tra gli scritti delle persone che aiutiamo delle similitudini con quello che a volte sento dentro di me ma che per fortuna sono sempre riuscito a dominare, perchè siamo tutti su una linea di confine, sta a noi stessi riuscire a non oltrepassarla mai.
- Spesso il male di vivere ho incontrato: era il rivo strozzato che gorgoglia, era l’incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la divina Indifferenza: era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato. -"(Riccardo Grossi)
DONATE! DONATE! DONATE! con e per il CUORE!